giovedì 29 novembre 2012

Lo straniero


Binari del tram di Roma

C’è un uomo che divora un panino sul tram delle 7. Quelle due settimane in Svizzera l’hanno cambiato, ci crede davvero. Alla fine il percorso era sempre lo stesso: l’alloggio comune, la stazione, e dalla stazione arrivare al cantiere. Credeva di averle imparate due parole di tedesco, kartoffeln e cochon, diceva ai paninari della stazione, e questi gli riempivano una baguette con patate lesse schiacciate e maiale alla piastra tagliato a listarelle. Lui che nel tram delle 7 si sentiva sicuro del suo rituale, ora che mangiava lo stesso panino svizzero pensava che nessun romano avrebbe compreso che due settimane, venti anni fa, lo avevano reso per sempre straniero. Il percorso verso la fermata era battuto da due stivali antinfortunistici, rigonfi di acqua come un clown, che uscivano da un anonimo appartamento sulla Prenestina, di quelli incassati nei casermoni, densi cadaveri da obitorio, fino al tram delle 7. E poi dal tram al cantiere, quando si disegnava a mente una strada facile tra gli edifici di nuova costruzione che sembravano torri di guardia, e alla fine sceglieva la solita. Mai una falla in tanti anni. Anche se tutti quei palazzi li aveva costruiti lui e li conosceva sin dalle viscere.

martedì 27 novembre 2012

Nel discorso sono presenti inserimenti di prodotti a fini promozionali

brufolo arcobaleno

Allora arriva Marcello con un dito puntato sulla guancia e l’unghia che gli affonda nella carne e mi fa:
- Te lo ricordi il brufolo dell’altro giorno?
- Cosa?
- Quel coso grosso che avevo proprio qui – dice, e continua a spiaccicarsi il polpastrello in faccia.
- Ma cosa vuoi che me ne freghi dei tuoi brufoli?
- Ma dai! Era così grosso che lo avrebbe visto anche un miope!
Cerco di osservare con attenzione il volto scavato di Marcello. Non c’è nulla a parte le secrezioni sebacee che congiungono i pori di una barba vecchia di qualche mattina.

lunedì 26 novembre 2012

Il moto immobile dell’esistenza ne "L’impero familiare delle tenebre future"


andrea gentile-l'impero familiare delle tenebre future


L’impero familiare delle tenebre future non è un romanzo. È una lunga riflessione sull’odierna società, alla luce di periferie dell’anima e bombardamento mediatico e tecnologico. La prima prova narrativa di Andrea Gentile si rinnega in quanto opera finita, delimitata da un incipit e da una conclusione, e inaugura se stessa mediante tale transitorietà, che posiziona le vicende nella mente della protagonista, come eterna rimuginazione sull’esistenza umana.


domenica 25 novembre 2012

Dall'Emilia Paranoica all'Emilia Postletteraria. Radici, identità e scrittura



Stazione Bologna

Tra le realtà locali italiane, sicuramente l’Emilia Romagna si configura come uno dei pochi casi in cui arte e politica restano fortemente ancorate al territorio, trovando in esso una linfa vitale che porta a sintesi letterarie di notevole livello. Nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia, infatti, il dibattito sull’identità politico-culturale del nostro Paese resta ancora aperto, senza tuttavia impedire l’emergere di straordinarie realtà “di provincia” che, sommate, rendono la Penisola un insieme di storie, tradizioni e fatti politici che scavano a fondo nell’anima di ogni territorio.


venerdì 23 novembre 2012

Grande Raccordo Catodico


Grande Raccordo Anulare

Le lamiere. Non si vede altro. Forse un corpo scannato che vi respira dentro. La melma che sosta sul fondo non ha intaccato il vestito, ma sento comunque una crepa nel cranio. So che lo attraversa e dall’interno stilla sangue che rapido giunge al varco, prende ossigeno, si riversa su un boccolo caldo di barbiere.